Installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso negli asili e nelle strutture socio sanitarie e assistenziali per anziani e disabili al fine di assicurare loro " la più ampia tutela "
Nello specifico, l'articolo 1 della legge stabilisce
la possibilità per gli asili nido e le scuole dell'infanzia di dotarsi di un
sistema di telecamere criptate a circuito chiuso al fine di garantire la
sicurezza dei minori nelle medesime strutture.
Inoltre, viene stabilito che le
registrazioni del sistema di videosorveglianza siano visionabili esclusivamente
da parte delle Forze dell'ordine e solo dietro formale denuncia di reato alle
autorità nel pieno rispetto della normativa sulla privacy.
L'articolo 2 prevede la possibilità per
tutte le strutture assistenziali per anziani, per disabili e per minori in
situazione di disagio, convenzionate o no con il Servizio sanitario nazionale,
nonché per quelle gestite direttamente dalle aziende sanitarie locali a
carattere residenziale e semiresidenziale di dotarsi di un sistema di
telecamere criptate a circuito chiuso.
Anche in questo caso le registrazioni sono visionabili esclusivamente da parte
delle Forze dell'ordine e solo dietro formale denuncia.
Oltre a questo viene considerato
necessario che il sistema di videosorveglianza sia caratterizzato da un sistema
efficiente di sicurezza dotato di telecamere criptate a circuito chiuso in modo
da evitare il rischio di incorrere in sistemi di controllo a distanza ritenuti
illeciti.
Nello specifico, l'articolo 3, stabilisce
che le immagini riprese dalle telecamere siano automaticamente cifrate, al
momento dell'acquisizione, già all'interno delle medesime telecamere.
Inoltre, il flusso di dati cifrati in
output dalle telecamere, sprovviste di dispositivi di comunicazione con risorse
esterne, viene trasmesso via cavo ethernet o con soluzione wi-fi cifrata a un
server interno che non è configurato per la connessione alla rete internet, questo
anche per evitare di incorrere nel rischio di atti di pirateria informatica.
Di fatto, la visione in chiaro delle
immagini è preclusa a tutti, con la sola eccezione dell'autorità inquirente:
ciò rende questa tecnologia, già in uso in diversi asili privati, del tutto
imparagonabile a precedenti soluzioni già bocciate dal Garante per la
protezione dei dati personali.
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